Vivo lontana dalla mia città di origine, una città che amo definire l'ombelico del mondo.
Mi piace immaginare che dai meandri della mia terra sia partito tutto, dalle caverne buie, umide e accoglienti sia nata la vita, insieme al desiderio dell'uomo di conoscere posti nuovi e inesplorati. Mi piace pensare che dal piccolo torrente Gravina, millenni fa probabilmente grande corso d'acqua, siano nati tutti i suoni del mondo. Forse è per questo che la musica riesce a intrufolarsi in ogni piccolo angolo dei Sassi, per lasciarsi trasportare dall'eco oltre il canyon giungendo sul dirupo delle murge. È da un posto magico e incantevole come Matera che sono partita quindici anni fa, in cerca del mio posto nel mondo. Oggi sono ormai sempre più consapevole che il mio posto è il mondo, tutto, senza confini di sorte. Nella mia stanza a Roma, a destra del mio letto ho posto un planisfero perchè io possa con il cuore abbracciare tutta la mia gente, tutta.
Spesso in questi quindici anni ho ripetuto alla mia mamma, che come ogni madre non è contenta di sapere i propri figli lontani: "Son sempre a casa.
La mia casa è una valigia". Continuo a pensarlo e continua a essere così, solo che, con il tempo, aiutata dalle esperienze belle e meno belle che la vita mi ha donato, ho capito che ha ragione chi ha detto: "tutto quello che ti serve può stare dentro al cuore"...
È questa la legge del buon viaggiatore,
la mia valigia è al centro del mio petto e ha le dimensioni del mio pugno. Ovunque vada sono a casa.
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'Tutto quello che ti serve può stare dentro al cuore' |