Il posto in cui, qui a Roma, mi sento veramente a casa e felice di esserci ogni volta che ci capito, è proprio lui, l'Auditorium Parco della Musica.
Ieri per San Valentino, per il secondo anno consecutivo, il Parco ha organizzato un evento social con tanto di hashtag: #IloveAuditorium e #openAuditorium.
Si trattava di una visita guidata nel backstage dell'Auditorium, in quei luoghi in cui l'arte la si crea, la si produce, la si progetta e realizza, quei luoghi sacri in cui c'è la vera vita di ogni corpo culturale, lì dove, proprio come il cuore di ogni essere vivente, c'è una macchina organizzativa e artistica pulsante ed energica a tal punto da dar vita alle meraviglie sul palco, a cui ogni spettatore può assistere e di cui può fare esperienza, unica e personalissima.
Chi mi legge da un po' avrà già immaginato che non potevo che cogliere la palla al balzo, e sì, mi sono catapultata lì ieri pomeriggio, in quel luogo magico e sospeso fra sogno e realtà.
L'AD José Ramon Dosal Noriega ci accoglie |
Eravamo in molti, credo oltre cento, ci siamo divisi in due gruppi, l'uno accompagnato da Lucia Ritrovato (responsabile comunicazione strategica della Fondazione Musica per Roma) e l'altro dalla squisitissima Valérie, del cui gruppo facevo parte.
Dettaglio del plastico, Cavea dell'Auditorium Parco della Musica |
In primis un dettaglio della Cavea, l'ampio spazio esterno che per prima accoglie i visitatori e che in estate assurge a teatro arena, palcoscenico di concerti indimenticabili (ve ne ho raccontati un paio qui: 2Cellos e Stefano Bollani e l'Accademia di Santa Cecilia). Ecco a seguire una visione laterale dell'intero plastico.
Vista laterale del plastico dell'Auditorium Parco della Musica |
Nato per ridare una casa all'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il progetto dell'Auditorium del Parco della Musica, ha riqualificato l'intera area in cui sorge, ridandole dignità e brillantezza, fino a diventare nuovo polo turistico romano. Prima dei lavori di realizzazione, infatti, l'area versava in uno stato di degrado e abbandono, diventato luogo di prostituzione.
Tornando al nostro tour, lungo il corridoio incontriamo gli spogliatoi (camerini) per gli artisti, radio, sale prove, ogni angolo pensato e progettato per ottenere una massima ottimizzazione acustica e sonora, persino le toilettes! Passeggiando, ci soffermiamo dinanzi a quello che è il sito dell'Alta Formazione Education, dedicato ai bambini e ragazzi, perché fondamentale missione della Fondazione è proprio quella di educare i giovani alla musica sin da piccoli, con loro e per loro si creano laboratori ad hoc, si progettano idee future all'interno di una macchina organizzativa incredibile.
Il Bar degli Artisti |
Eccolo qui accanto con la nostra Valérie, che subito dopo, usciti dal bar, ci ha spalancato le porte del terrazzo antistante per farci ammirare dall'alto gli scavi archeologici che, scoperti nel 1995, durante i lavori di costruzione dell'Auditorium, bloccarono gli stessi lavori per ben due anni.
Parte dei ritrovamenti archeologici durante i lavori di costruzione |
Nancy e Santa Cecilia :D |
La sala Sinopoli, è la sala centrale, quella che, entrando dal cancello principale del parco, incontriamo difronte a noi, sopra la tribuna centrale della Cavea. È la sala media, orientata verso la città, è la più spartana, pensata per l'incontro, flessibile e per questo adatta a più generi musicali. A sinistra vi è la sala Petrassi, un gioiellino, è la più piccola, completamente in legno, ed è un vero e proprio teatro musicale, pensato e ottimizzato per la migliore diffusione sonora della voce.
La sala madre, la più grande, progettata e realizzata per l'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, è l'omonima sala sinfonica Santa Cecilia, la più grande d'Europa, fortemente mediatica, è definita la "Balena di Pinocchio", realizzata in ciliegio americano, consta di ben 2756 posti, omaggio di Renzo Piano alla città di Roma che nell'anno dell'inaugurazione dell'Auditorium (2002) compiva proprio 2756 anni. Le vele del soffitto, in legno di ciliegio americano anche queste, sono sospese e flessibili, vengono posizionate in modo differente a seconda dell'evento che ospita e dei musicisti che accoglie sul palco. Persino le poltrone sono pensate e realizzate in modo da assorbire in egual misura le frequenze, sia che ci sia seduto qualcuno sia che non vi sia, in modo da non alterare l'esperienza degli spettatori in sala, indipendentemente dal numero di posti occupati. Inoltre sotto ogni poltroncina, vi sono i silenziosi bocchettoni dell'impianto di condizionamento, in modo tale da creare intorno a ciascun spettatore il microclima adatto alla migliore esperienza di ascolto. A differenza della sala Petrassi, la piccola sala teatro realizzata completamente in legno, la sala Santa Cecilia ha le pareti perimetrali in cartongesso e ondeggianti per il rimbalzo del suono e il riverbero. Tutto è stato pensato nei minimi dettagli al fine di fornire la migliore esperienza possibile sia per lo spettatore sia per l'artista.
Tornando alla parte esterna dell'auditorium, la struttura è realizzata completamente in cemento armato, rivestita di mattoncini romani, realizzati in modo artigianale, tant'è vero che nessuno di loro è identico all'altro, pensati anch'essi per ottimizzare l'esperienza sonora. Mentre le parti esterne delle tre sale sono rivestite di strati di piombo, come molte chiese romane (ci ricorda Valérie che in fondo è nelle chiese che la musica nacque), un materiale voluto da Renzo Piano anche perché è in grado di raccontare il trascorrere del tempo, e proprio come la cupola di San Pietro, quelle coperture che ora avvistiamo grigio plumbeo, un giorno saranno bianche.
Ingresso principale dell'Auditorium parco della Musica - Cavea |
Consolle della sala di registrazione dell'Auditorium |
Lasciamo la sala madre, per curiosare in quella che è la sala regia della sala Sinopoli, in cui incontriamo, oltre alla mega consolle che notate in foto, Roberto Catucci, Responsabile di produzione dell'etichetta discografica della Fondazione Musica per Roma (sì esiste anche un'etichetta discografica, non ne sapevo niente neanche io fino a ieri), che, accanto a Massimiliano Cervini, Responsabile dello studio di registrazione dell'Auditorium, ci illustra tutta la magia della produzione musicale che si realizza proprio all'interno dell'Auditorium. Un incontro che ha arricchito tutto il gruppo, soprattutto me, che di studi di registrazione ne ho visti, ma vi assicuro, questo è il non plus ultra!
Inoltre, l'informazione interessante e che non tutti conoscono, è che le sessioni di registrazione in Auditorium sono aperte al pubblico e assolutamente fruibili.
Molti sono gli eventi a costo zero, o quasi, per gli spettatori dell'Auditorium del Parco della Musica, nell'ottica di rendere la struttura e i suoi contenuti assolutamente democratici e accessibili a tutti, come l'arte, e fra queste in particolare la musica, è, per tutti e di tutti, e l'Auditorium Parco della Musica di Roma, vuole essere la casa internazionale per la musica di Roma!
P.s. L'Auditorium ospita oltre 1500 eventi all'anno, tutti gli spazi della struttura vengono utilizzati anche per eventi privati, che consentono oggi la registrazione di un bilancio attivo della Fondazione, tanto che l'Auditorium è in grado di autofinanziare per il 70% le sue attività, che proprio in ragione di questo sono rese accessibili a tutti.
Se passate per Roma non mancate di visitarlo e viverlo: qui tutto si eleva, tutto è sospeso ed è proteso verso il Cielo, www.auditorium.com
Buona musica a tutti!
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