Ennio Morricone - "Concerto per la Carità" Vaticano 12 novembre 2016 |
Sabato pomeriggio romano, autunno freddo pronto a cedere il
passo all’inverno, cammino per via della Conciliazione, verso San Pietro,
faccio quello che amo fare dal primo giorno in cui ho scoperto questa piazza: mi posiziono al centro, a destra e sinistra del piazzale, ripetutamente, come fossi
una sfera da biliardo impazzita, per osservare, con il cambio della luce, da
mille prospettive, l’abbraccio del colonnato, la facciata della basilica e il
grandioso cupolone. Costeggio il colonnato a sinistra, per andare in Vaticano,
e la sensazione che mi accompagna è sempre la stessa, prima di entrare in questo
luogo fuori dal tempo, per me pieno di fascino e mistero (saranno state le influenze di Corrado
Augias e dei suoi libri, chissà). Supero i controlli, mi dirigo verso la sala
Nervi, ora Aula Paolo VI, è la prima volta per me. È enorme, calda e
accogliente, ospita fino a dodicimila persone. Un’opera d’arte contemporanea
rappresentante la resurrezione domina il palco, quasi a controllare guardinga
le postazioni dei musicisti e dei coristi lì su.
Mi ha portato qui un concerto, che scoprirò sublime,
protagonisti l’orchestra Roma Sinfonietta, il celestiale Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il numeroso Coro della Diocesi di Roma. Si alternano alla direzione,
il Mons. Frisina e il M° per eccellenza, il premio Oscar® Ennio Morricone.
Sono al “Concerto per la Carità”, indetto a conclusione dell’Anno
del Giubileo della Misericordia, che terminerà il prossimo 20 novembre.
Il M° Morricone proprio in questi giorni ha festeggiato i
suoi 88 anni, con sessant’anni di onoratissima carriera e altrettanti di
matrimonio con l’inseparabile consorte, è accanto a lui anche in questa occasione.
Un uomo attento, che nei suoi passi porta il peso dell’età e
nei gesti sul podio tutta la delicatezza e prorompenza della sua musica.
Ringrazia a voce bassa con l’umiltà che lo contraddistingue dai primi esordi. Il
concerto termina con la maestosa “Mission” alla quale i miei occhi non potevano
che riservare una gioiosa lacrima... tanta bellezza continua ad emozionarmi.
Grazie Maestro!
Grazie Maestro!